Intervento del Presidente

CENTRO STUDI ALPINO “ALCIDE DE GASPERI” DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA

 E’ una delle case storiche di Pieve e nell ‘800 vi ha sede la  Casa Comunale. Negli anni a seguire l’edificio sarà alzato e utilizzato per circa un secolo, fino a quando fu spostato nell’attuale municipio. Nel 1873 si allestisce un vivaio per la semina di piante nel campo sotto lo stabile. E’ sede delle scuole elementari fino al 1960, “le scole vece” e dal 1963 per qualche anno diventa sede della scuola media. Negli anni ‘70 ospita la biblioteca comunale e varie associazioni. Oggi è la residenza del Centro Studi Alpino “Alcide De Gasperi” dell’Università degli Studi della Tuscia.

Il Centro incomincia a prendere forma agli inizi del 1990 grazie all’intuizione di un emerito pievese, il Prof. Enzo Avanzo, professore di selvicoltura dell’Università degli Studi della Tuscia e dell’allora Amministrazione Comunale. Il Prof. Avanzo scorge nel territorio del Tesino e del Lagorai il luogo ideale per le esercitazioni degli studenti dell’Ateneo viterbese. La Sede fu inaugurata il 31 agosto 1999.

Oggi il Centro Studi Alpino (CSALP) è un centro di servizio interdipartimentale con proprie finalità di ricerca didattica e gestisce una struttura dotata di sale riunioni, aule, laboratori con possibilità di alloggio. Rappresenta anche il segno di continuità destinato sì alla formazione dei giovani che frequentano l’Ateno viterbese, proiettato verso il futuro, ma con un solido ancoraggio nella storia dei Tesini.

Accanto al Centro Studi Alpino si trova un’altra casa storica che fu sede dei Vigili del Fuoco e residenza del medico di Pieve.  Le due abitazioni sono da sempre case di pubblica utilità e fra loro collegate da un’elegante e importante scalinata.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CENTRO STUDI ALPINO DELL’UNIVERSITA” DEGLI STUDI DELLA TUSCIA
Cerimonia per il ventennale
6 settembre 2019

Gentili Signore e Signori, buongiorno.
Concedetemi di iniziare il mio intervento rivolgendo un saluto a tutte le Autorità oggi presenti, l’onorevole Martina Loss, il Presidente del Consiglio Regionale Roberto Paccher, Il presidente della Comunità di Valle e del Tesino Attilio Pedenzini la signora sindaca Carola Gioseffi, il direttore del Museo De Gasperi Marco Odorizzi, il dott Romano Masè, direttore del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Difesa del Suolo della Provincia Autonoma di Trento, gli assessori della Comunità di Valle e del Tesino, tutti i sindaci del Tesino e della Valsugana presenti e naturalmente tutte le autorità accademiche. Un caloroso grazie anche al dottor Enrico Lenzi che ha organizzato con me questa manifestazione. Un grazie per la sua presenza va anche al nostro Rettore prof Alessandro Ruggieri alla pro rettrice vicaria Anna Maria Fausto, al Direttore del Dibaf Giuseppe Scarascia al direttore del Deim Stefano Ubertini, al direttore del Crea Foreste e Legno Piermaria Corona a tutti i colleghi presenti, a tutte le persone che saranno premiate e a tutti i cittadini di Pieve Tesino, vedo che sono tanti e questo mi onora. Un abbraccio forte va al prof Ervedo Giordano, alla professoressa Anna Scoppola, all’architetto Lanfranco Fietta, al personale dirigente della Comunità ing Mariano Tomasini ed al tecnico Mariano Tomaselli. Vedo la signora Maria Avanzo ed il signor Gianvico Avanzo. Ultimo ma non ultimo il sig Narciso che ha “difeso” per tantissimi anni questa struttura.

Ho pensato molto come organizzare questo mio intervento, ed infine ho deciso di trattare tre distinti argomenti: come nasce il Centro Studi, le attività svolte in questi 20 anni e le prospettive future.
Come nasce il Centro: oltre al Prof Giordano, vedo il signor Lido Gecele e l’ex sindaco di Pieve, l’architetto Lanfranco Fietta.
Ebbene: la storia del Centro inizia proprio con loro e naturalmente con il Prof Enzo Avanzo, che purtroppo non è più con noi, ma come dirò a breve ha avuto un ruolo fondamentale. Ho salutato pochi minuti fa il figlio dott Marco, che ringrazio per la sua presenza.
Tutto comincia più di 30 anni fa, da una visione del Prof Avanzo, cittadino di Pieve Tesino e professore ordinario di selvicoltura, dell’Università della Tuscia. Ma questa scintilla iniziale si sarebbe subito spenta se non fosse prontamente intervenuto l’allora assessore alle foreste del comune di Pieve Tesino Lido Gecele ed il prof Giordano che a quel tempo ricopriva il ruolo di Preside della Facoltà di Agraria della nostra Università. Iniziano i primi incontri a Viterbo con l’allora rettore Prof Gian Tommaso Scarascia Mugnozza che intravede anch’egli possibilità ed opportunità uniche per gli studenti dell’Ateneo Viterbese. Successivamente affermerà: “Vale più una giornata di esercitazione in questi boschi che sei giorni di lezione in aula”.
Durante questi incontri il sindaco Fietta è sempre presente: ha un ruolo fondamentale: quello di collegamento fra la nostra Università e il comprensorio C3 Bassa Valsugana e Tesino (così si chiamava a quel tempo l’attuale Comunità Valsugana e Tesino) il cui presidente era il dott Mario Dalsasso oggi presente con noi.
Ecco brevemente i passaggi salienti condotti dai docenti e dalle autorità locali appena nominati.
Alla fine degli anni ’80 il bel palazzo nel quale ci troviamo oggi era un fabbricato fatiscente, ma la sua ricca ed autorevole storia lo rendeva un candidato perfetto per la sede di un Centro Studi. Avete modo di conoscere la storia dell’edificio prima del 1991 leggendo le brevi note tratte da accurate ricerche fatte dal sig Mariano Avanzo.
Il 23 aprile 1991 l’immobile viene acquistato dal Comprensorio dopo aver ottenuto uno specifico finanziamento dalla Provincia.
L’ 8 agosto 1991 iniziano i lavori di ristrutturazione e viene posta una targa in presenza dell’allora presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti, del Sindaco Lanfranco Fietta del presidente del Comprensorio Mario Dalsasso, del presidente della Provincia Mario Malossini, anch’egli presente in sala, il senatore Giorgio Postal ed in rappresentanza della Tuscia il prof Giordano, ora cittadino onorario di Pieve Tesino, il prof Mazzini e naturalmente il Rettore prof Scarascia. Una curiosità: la targa di cui sto parlando è proprio quella che vediamo nell’atrio, ma quel giorno – l’8 agosto 1991 – non fu collocata all’interno, ma sulla facciata esterna, il palazzo non era agibile, doveva essere ristrutturato.
Occorrono 8 anni per la ristrutturazione e nel frattempo il Centro Studi opera al rifugio Spiado gestito dalla famiglia Burlini, posizione di privilegio per lo svolgimento delle attività didattiche in foresta. Inizia anche la prima concreta collaborazione con gli abitanti di Pieve con prove sperimentali per la realizzazione del manto erboso del campo da golf ad opera del Prof. Cereti.
Il 31 agosto 1999 ci fu l’inaugurazione ufficiale della sede del Centro Studi Alpino alla presenza dell’allora presidente della Provincia Lorenzo Dellai, del comprensorio Giovanni Battista Lenzi del sindaco Licio Gioseffi e del Rettore Scarascia Mugnozza oltre che da altri docenti della Tuscia.
Nel 2004 il Centro Studi diventa Centro Autonomo di spesa di Ateneo ed il Primo Presidente è il Prof Corona che rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2009. Dal primo gennaio 2010 al 31 dicembre 2017 sarà presidente il Prof Portoghesi, oggi qui con noi.
Siamo quindi giunti ai giorni nostri.

Che cosa abbiamo fatto in questi 20 anni
Il Centro Studi ha attualmente 2 collezioni didattiche, una di specie erbacee, arboree ed arbustustive del Tesino a cura della professoressa Anna Scoppola, qui presente in aula ed una di minerali realizzata grazie alle donazioni di generosi collezionisti trentini, che stiamo per inaugurare e che è stata curata dal Dott. Paolo Colamarino, geologo. Ci sono due aule per convegni, un’aula studio, un laboratorio scientifico e le stanze di servizio. Ci sono anche 14 camere per un totale di 43 posti letto. Nonostante questa capacità ricettiva, il Centro non è mai stato un mero “dormitorio” o un punto di appoggio per tranquille passeggiate nel bosco. Consultando i documenti conservati in segreteria ho potuto raccogliere una serie di dati che oggi mi fa piacere condividere con tutti voi.
Al Centro hanno soggiornato circa 11000 persone per un totale di oltre 35.000 pernottamenti. Si è trattato di studenti della Tuscia in alta percentuale, ma anche di studenti da altre 30 università italiane – Milano, Torino, Roma, Bologna, Padova, Trento, Bolzano, Firenze, Bari, solo per citarne alcune. Inoltre vi hanno condotto studi o svolto seminari, validissimi scienziati di Enti Pubblici di Ricerca provenienti dal CREA, CNR, dall’ Istituto Superiore di Sanità, dalla Scuola Normale di Pisa, dall’ Istituto Superiore Sant’anna, nonché alti dirigenti del Ministero della Salute, di Giustizia, dell’Ambiente, dell’Università, delle Politiche Agricole.
Il Centro Studi non si è limitato ad ospitare studenti, ricercatori e studiosi italiani, ma anche moltissimi stranieri provenienti da numerose università non solo europee: Dall’Università di Lisbona, a quella di Barcellona, Valencia, Berlino, Francoforte, Vageningen in Olanda, da Leuven in Belgio, ma anche da Davis in California e Vancouver in Canada e poi ancora da Berkley e Oxford. Insomma, sto citando molte fra le più prestigiose università al mondo. Pensate: per anni i Tesini hanno visitato il mondo con le loro stampe: oggi è tutto il mondo che visita il Tesino attraverso il nostro Centro Studi.
In questa sede hanno frequentato corsi anche studenti stranieri in occasione dei prestigiosi meeting della FAO organizzati dal Prof Giuseppe Scarascia e che si preparano a lavorare in zone di montagna di Paesi in via di sviluppo come Bangladesh, Etiopia, Sudan, Mongolia ed altri Paesi ancora.
A questo punto vorrei ricordare le summer school che si sono svolte in questi anni, che sono moltissime, oltre 80, compreso quelle organizzate dalle facoltà economico-umanistiche della Tuscia. Non posso citarle tutte, ne ricordo solo alcune per la loro continuità nel tempo. Vi è il corso MEDFOR, quello sulla fotografia del prof Fiorentino, il master di Diritto Alimentare che mi vede personalmente coinvolto insieme al Prof Albisinni e tanti, tanti altri corsi ancora.
Queste montagne circostanti, le fiorenti industrie del legno ed agroalimentari del Trentino, caratterizzate da una forte innovazione hanno anche dato un valido spunto ai nostri studenti per la stesura di elaborati finali, tesi magistrali, di master e di dottorato che sono oltre 300. Sono invece circa 500 i seminari, i workshop, i congressi, e le visite studentesche che si sono svolte senza necessità di pernottamento. I tirocinanti che hanno soggiornato per il tirocinio formativo professionalizzante, sono più di 1000.

Ultimo aspetto, ma non per importanza, è l’impegno del Centro nelle attività di rilievo sociale, ospitando, ad esempio, corsi per l’integrazione per stranieri.
Molti sono stati anche i progetti di ricerca vinti, coordinati dal prof Corona, dal prof Scarascia o dal Prof Valentini con la stazione sperimentale al Passo del Brocon: attualmente ne sono in atto due: entrambi coordinati dalla Professoressa Romagnoli.

Ma guardiamo ora al futuro: quali ulteriori strategie dovrebbe adottare il Centro Studi nei prossimi anni? Quale è la strada da seguire?
In primo luogo c’è sicuramente la necessità di avere un Centro Studi che abbia impatto ambientale molto contenuto. All’Università della Tuscia insegniamo l’ecologia, le conseguenze dei cambiamenti climatici, l’economia circolare e studiamo e facciamo ricerche in ambito di energie alternative, rinnovabili e sostenibili. E’ il momento di mettere in atto uno studio di fattibilità affinché i fabbisogni energetici del Centro siano coperti con risorse proprie ed in maniera autosufficiente. Sto pensando non solo all’impiego dell’ energia solare, ma anche all’efficientamento energetico, con soluzioni tecniche come vetri termici a bassa trasmittanza ed illuminazione con luce solare delle stanze più buie mediante fibre ottiche. I primi passi nel senso della sostenibilità ambientale sono già iniziati: dal luglio 2019 il Centro è orgogliosamente Plastic free con il relativo riconoscimento del Ministero dell’Ambiente. Inoltre dal settembre 2019 è iniziata la procedura per l’acquisto di materiale di consumo in uso al Centro proveniente esclusivamente dalla gestione sostenibile delle foreste.
In secondo luogo è strategico riuscire ad utilizzare il Centro per 365 giorni all’anno. Al momento è impiegato prevalentemente nei mesi estivi. Bisogna organizzare esercitazioni tutto l’anno e pertanto faccio appello ai nostri presidenti di Consiglio di Corso di Studi affinchè si organizzino in tal senso.
La montagna è ricca di spunti per lo studio e la ricerca anche nei mesi invernali ed i nostri studenti devono poter acquisire conoscenza, perizia e competenza anche sulla neve e con la neve. Dobbiamo iniziare a parlare anche di Winter school, non solo di summer school.

La terza ed ultima azione strategica da mettere in atto, a mio avviso, riguarda la necessità di rafforzare il collegamento tra le attività e la vita del Centro con le attività e la vita del Tesino e della Val Sugana, che tanto stimolano i nostri docenti e studenti durante i loro soggiorni al Centro.
Anche in questo caso i primi passi li abbiamo fatti; sto pensando al successo degli incontri serali aperti alla cittadinanza su temi di grande significato scientifico, che hanno un importante rilievo anche per la vita quotidiana. Visto il gradimento, pensiamo di potenziare l’iniziativa per dare alla popolazione la possibilità di trarre il massimo vantaggio dalla presenza dell’Università della Tuscia nel territorio.
Anche l’allestimento della mostra dei minerali del Trentino Alto- Adige, realizzata grazie alla generosità di collezionisti trentini appartenenti alla associazione mineralogica trentina Antonio Scopoli è ispirata dallo stesso intento. Si va in questo modo ad arricchire le realtà museali dell’altopiano, contribuendo a fare del Tesino un importante polo scientifico- culturale.
E’ ovvio che queste strategie non possono essere realizzate con le sole forze del Centro Studi: occorre un coordinamento con gli Enti locali per dare luogo a quello che in ambito scientifico si chiama “sinergismo di sommazione”. Ne è un perfetto esempio l’arboreto del Tesino ed il Giardino d’Europa in onore dello statista De Gasperi. Anche la Fondazione De Gasperi può avere un ruolo importante nella attuazione di queste strategie. Il Centro collabora da sempre con la Fondazione – e quello che sto per dirvi è una novità – nelle proposte didattiche per la scuola primaria e secondaria per l’anno scolastico 2019-2020 offerte dal Museo Casa De Gasperi e Museo per Via c’è anche la possibilità di visitare gratuitamente la nuova collezione di minerali del Centro Studi Alpino.
Permettetemi prima di terminare un’ultima brevissima considerazione.
Mi sono chiesto che cosa accumuna tutte le persone che a vario titolo, in occasioni diverse e per le più svariate motivazioni hanno lavorato e si sono impegnate per il Centro Studi: cittadini di Pieve e del Tesino, istituzioni locali, politici, esponenti del mondo imprenditoriale ed accademico. Riassumo il mio pensiero in una frase di San Bernardo, che è il motto del nostro Ateneo: Sunt qui scire volunt ut aedificient….et charitas est. Ci sono quelli che vogliono conoscere per edificare …. E questo è amore.
E’ proprio con questa frase che termino il mio intervento, e vi ringrazio per la vostra attenzione.