Itinerario 39 - I MUGHI
Passeggiata alla scoperta un'interessante area protettaUna stimolante passeggiata attorno ad un’area protetta di elevato interesse naturalistico “I MUGHI”, costituita da tre conche torbose di straordinario valore ambientale, nelle quali si sono sviluppate specie botaniche ed associazioni vegetazionali rare, con una fauna tipica degli ambienti umidi: rettili e anfibi, come il tritone alpestre e la salamandra pezzata. Inoltre, è un’area idonea alla nidificazione di uccelli e di mammiferi.
Il percorso, particolarmente adatto anche a famiglie con bambini, lungo il quale sono state installate numerose tabelle che illustrano le caratteristiche principali dell’area e del suo circondario, si sviluppa in un bosco di abeti rossi, abeti bianchi, faggi e qualche esemplare di pino mugo.
Il tracciato attraversa un biotopo protetto, al quale, è bene ricordare, deve essere riservato sempre il massimo rispetto. Si inizia a Castel dei Corni, che si può raggiungere in auto in circa 9 km dall’abitato di Pieve, seguendo le indicazioni per Val Malene e Spiado.
Partendo dalla località Castel dei Corni (1), dove un cartello indica l’inizio del percorso, si segue, in senso orario, la strada asfaltata per circa 300 m, per poi scendere sulla destra per una strada sterrata, che costeggia alcune abitazioni (Masi Rippa) (2). Il sentiero prosegue in piano, costeggiando per 250 m la torbiera, dove è possibile osservare le associazioni vegetazionali tipiche di quest’area. Si entra poi nel bosco, che accompagnerà il visitatore fino alla fine del percorso.
Si attraversano dei cordoni morenici con massi erratici di granito e di porfido, fino ad arrivare, dopo 350 m, ad un ponticello in legno (3). Si prosegue attraverso un bosco di faggio ed abete rosso per altri 1300 m, fino a tornare al punto di partenza.
Le torbiere dei Mughi in Driosilana si sono formate per lo sbarramento della conca da parte di due cordoni morenici laterali del ghiacciaio di Cima d’Asta e di un accumulo di una frana che ha avuto origine dal monte Spiado. Come tutte le torbiere, anche queste, nel passato, erano dei bacini lacustri, come documentato anche dal ritrovamento, negli anni ’40, di un remo.
L’abbondanza di acqua quasi stagnante e quindi la carenza di ossigeno, hanno fatto sì che le sostanze organiche depositate non siano riuscite a decomporsi, ma si siano trasformate in torba.
Le dimensioni delle torbiere e lo spessore del materiale accumulato hanno consentito, negli anni ’40, il loro sfruttamento a livello industriale. Il materiale estratto era trasportato fino a Pradellano con una teleferica a contrappeso, dove i mattoni di torba venivano essiccati. Purtroppo, questa attività ebbe breve durata per la tragica fine di uno dei proprietari, fucilato da un reparto delle SS tedesche, accusato di collaborazione con i partigiani della valle.
Percorso adatto a tutti
Percorso ad anello: SI
Tempo di percorrenza: 1-2 h
Dislivello: +100 m/ – 100 m
Lunghezza: 2,3 km